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Día de los Muertos: il Messico che celebra la vita

Tra altari, musica e candele: la festa che trasforma la morte in colore, poesia e gratitudine.

Pubblicato il 31/10/2025

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Il Messico in festa tra vita e memoria

Tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, il Messico si veste di luce e colore. È il Día de los Muertos, il Giorno dei Morti, una celebrazione riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

In questi giorni, la frontiera tra mondo terreno e spirituale sembra dissolversi: si crede che le anime dei defunti tornino a visitare i propri cari, accolte da profumi, musica e sorrisi.


Qui la morte non è assenza, ma presenza gentile. È memoria viva, gratitudine, continuità.

Le famiglie costruiscono le ofrendas, altari colmi di fiori di cempasúchil, fotografie e candele. Il profumo del pan de muerto invade le strade, mentre i bambini si divertono con le calaveras de azúcar, teschi di zucchero colorati che trasformano la paura in sorriso.


Un rituale di luce

Ogni città celebra il Día de los Muertos a modo proprio.

A Oaxaca, le strade si riempiono di musica e di Catrinas, eleganti figure scheletriche simbolo della festa.

Sul lago di Pátzcuaro, barche illuminate da centinaia di candele attraversano l’acqua silenziosa, mentre le famiglie vegliano nei cimiteri fioriti.

A Città del Messico, la festa si apre al mondo con sfilate e altari monumentali che raccontano un Paese vivo e vibrante.


Un viaggio nel cuore del Messico

Il Día de los Muertos è più di una ricorrenza: è un modo di guardare la vita con occhi diversi.

Tra musica, profumi e colori, il Messico ci insegna che ricordare è anche celebrare, e che la bellezza può nascere persino dalla nostalgia.


Camminando tra mercati e altari, si scopre un Paese che non teme la morte: la onora, la canta, la accoglie come parte del proprio destino.

Vivere il Día de los Muertos significa lasciarsi attraversare da un’emozione antica e autentica, dove ogni fiore racconta un ricordo e ogni sorriso una storia.

"E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse"